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Caetano Veloso e Gilberto Gil insieme all’Umbria Jazz. Il report

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Un concerto magico quello di ieri, due mostri sacri della musica brasiliana, che, dopo il 1994, sono tornati di nuovo in Italia e di nuovo all’Umbria Jazz come terza tappa (di quattro) della loro trance italiana della tournée europea chiamata “Two friends, a century of music“. Sì perché Caetano Veloso e Gilberto Gil festeggiano quest’anno, ognuno cinquant’anni di carriera. Carriere diverse, una più tradizionale (quella di Gil) e l’altra dall’animo più sperimentale (quella di Veloso), ma che di tanto in tanto si sono incontrate, per regalarci momenti di pura poesia, come quello di ieri sera.

Un set minimale il loro: solo le voci dei due cantanti accompagnate dalle loro fedeli compagne a 6 corde. Appena dietro di loro, due bicchieri di vino che sorseggiavano ogni tanto. Questi ingredienti sono serviti a creare un atmosfera ancora più intima, anche davanti ad un’Arena Santa Giuliana di Perugia gremita in ogni ordine di posto.

La loro scaletta non è stata usuale, con canzoni molto indietro negli anni che hanno riportato la coppia e il pubblico presente nel periodo dell’esilio e del “Tropicalismo” che ha cambiato per sempre la storia della musica e dell’arte in genere, in Brasile.

Nella prima parte del concerto la coppia sembrava quasi intimidita, ed hanno preferito lasciare spazio alle canzoni, con un pubblico estasiato e in religioso silenzio. Con  “Terra” la prima interazione con il pubblico che ha reagito subito con molta partecipazione. Nella seconda parte il clima si scioglie e loro, seppur evitando discorsi ma facendo parlare principalmente le loro chitarre hanno sorpreso tutti con un omaggio all’Italia, cantando “Come prima” di Modugno. E poi ancora “Esoterico”, con l’inconfondibile fischio di Gil, la toccante “Tres Palabras” e “Andar com fé”, cantate in coppia, e la più allegra “Expresso 2222” dove la gente non può non cantare insieme ai due.

Infine la coppia di Bahia si concede un finale con due bis in cui danno il meglio di sé, coinvolgendo moltissimo il pubblico durante “Desde Que O Samba É Samba”, cantando e ballando, con Caetano che si allontana dalla postazione per andare verso gli spettatori e ballare con loro. A quel punto il pubblico dell’Arena gli va letteralmente incontro riducendo le distanze dettate dai rigidi posti e spostandosi, per la maggior parte, sotto al palco in un unicum di passi di danza e voci all’unisono.

Concludono con “A Luz de Tieta” cantata praticamente da tutta l’Arena che, insieme a Caetano che dirige il coro, intona “Eta, Eta, eta, eta, É a lua, é o sol, é a luz de Tieta, eta, eta!”

Prima di salutare, anche Gilberto GIl si concede ad un momento di divertimento, accennando dei passi di danza.

Caetano e Gilberto sembrava non volessero andare via, come del resto il pubblico dell’Umbria Jazz che soddisfatto, può dire di aver assistito ancora una volta ad un evento unico, dove la magia della musica brasiliana ha incontrato l’amore che il nostro paese è sempre pronto a donargli.

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