Floraleda Sacchi e Maristella Patuzzi presentano “Intimamente Tango”
4 min readIl duo inedito in un incontro tra musica classica e tango: l’arpista Floraleda Sacchi e la violinista Maristella Patuzzi presentano ad ART-News il loro nuovo album “Intimamente Tango” (Decca / Universal Music) un disco in cui rivisitano le composizioni di Astor Piazzolla in un tango inconsueto che si fonde con i caratteri poetici ed intimi della musica classica.
Dopo un intenso instore tour nelle principali città italiane in cui le due artiste si sono raccontate al pubblico ed hanno eseguito dal vivo alcuni brani del loro nuovo progetto discografico siamo riuscite a scambiare qualche battuta con loro.
Avete unito due generi musicali nettamente differenti. Quali sono stati i dubbi e difficoltà che avete incontrato in questo percorso?
“Quando decidi di sposare un progetto è sempre una sorta di sfida che accetti nei confronti di te stessa. Ovviamente per poter realizzare la tua idea devi anche essere in grado di saper fronteggiare l’incognita del “verrà bene? funzionerà?” ma nel nostro caso non abbiamo riscontrato alcuna difficoltà, anzi. E’ stato un vero piacere poter lavorare assieme, io e Maristella andiamo molto d’accordo sia a livello umano che professionale e questo credo conti molto quando si suona assieme. Sin da subito c’è stata grande sintonia fra noi e poter lavorare a questo genere musicale , che c’ha colpito entrambe, ci ha dato sicuramente anche la possibilità di unirci molto di più musicalmente”.
Come mai la scelta è ricaduta sul singolo “Libertango” come primo estratto dal disco “Intimamente Tango”?
“Abbiamo scelto questo singolo come lancio del nostro disco in quanto questo è un po’ il brano simbolo di Astor Piazzolla oltre ad essere uno dei tanghi più famosi al mondo. Quasi tutti ne conoscono già una sua versione e di conseguenza è anche più facile fare un confronto col suono che abbiamo aggiunto noi due con un’arpa ed un violino. Volevamo un effetto immediato sul pubblico e d’altronde questo brano si presta molto a ciò, dato che è stato creato per essere radiofonico e di conseguenza doveva essere incisivo e di durata breve”.
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Il risultato di questa sperimentazione è senza dubbio originale. Era questo il vostro intento?
“Non abbiamo lavorato a questo progetto cercando di essere originali, è stata un’evoluzione venuta un po’ da sè. Abbiamo cercato di ripercorrere un po’ il modus operandi di Piazzolla attraverso una sperimentazione ed una ricerca sonora che ci riconducesse ad un ventaglio di emozioni e di sensazioni che si alternassero in questo genere di musica, il tango, che già per sua natura è carico di sentimenti. Si è lavorato molto sui suoni dei nostri strumenti, eravamo alla ricerca di un nostro vocabolario che potesse andare in parallelo con quella che era la composizione di Piazzolla e dato che nessuno prima d’ora, aveva mai fatto questo processo con un’arpa ed un violino, inevitabilmente quando lo ascolti diventa un suono nuovo ed originale”.
Che riscontro c’è stato da parte del pubblico durante il vostro instore tour?
“ La presenza di un numero alto di persone ha superato senza dubbio le nostre aspettative. Quasi tutti si emozionavano tantissimo nel sentire queste musiche in questo modo e a detta di molti era perché grazie ai nostri arrangiamenti è stato un po’ come far ritornare la musica alla sua vera essenza. E poi è stato davvero motivo di orgoglio per entrambe quando sono venuti ad ascoltarci ballerini di tango, professionisti e non, che ci dicevano “non vedo l’ora di ballare sopra la vostra musica” che gran soddisfazione!!!”
Il 28 Marzo vi siete esibite anche a Parigi,abbattiamo qualche pregiudizio sul pubblico “freddo” parigino?
“Assolutamente si. Non era la prima volta che ci esibivamo in questa città, ma era la prima volta che ci presentavamo come un duo e a differenza di quello che si dice del pubblico di Parigi , ossia che sia freddo e distaccato, noi continuiamo a smentire tutto ciò, l’ho abbiamo sempre trovato assai caloroso”.
Adesso che siete diventate un duo cosa è cambiato per voi a livello professionale?
“Questa esperienza che è appena cominciata, ci ha senza dubbio arricchito sotto entrambi i profili,sia quello umano sia quello artistico. Ma a livello professionale ci ha regalato la possibilità di metterci in gioco con molta più libertà di espressione“.
Ma cosa hanno in comune Floraleda e Maristella?
“Senza dubbio le corde. Suoniamo entrambe strumenti preziosi, anche se la mia arpa non ha lo stesso valore del violino di Maristella. Io suono un’arpa Erard datata 1816 e due moderne arpe “Style 30” della liuteria Lyon &Healy. Maristella attualmente suona lo Stradivari Ex Bello 1687, prestato da un collezionista privato”.
Quali sono i vostri prossimi impegni?
“Saremo in giro per un bel po’ ma sul nostro sito potete trovare tutte le date aggiornate in tempo reale, inoltre a breve il disco uscirà anche negli Stati Uniti quindi in autunno saremo in promozione anche lì”.
www.floraleda.com – www.maristella-patuzzi.com – www.intimamentetango.com
Carmen De Sio
c.desio@art-news.it
Twitter:CarmenDeSio